La figura che arrancava lentamente nella notte una volta era un uomo. Il suo volto sfigurato, i lineamenti una maschera informe di carne piagata, la bocca troppo grande e con denti aguzzi, poteva in qualche modo ricordare la sua natura precedente, ma era solo un ricordo niente piú.
Le braccia protese in avanti, le mani lunghissime che terminavano con artigli al posto delle unghie, si agitavano senza controllo, non c’era un cervello a controllare quei movimenti, non un cervello umano.
Ogni passo era guidato da una sola cosa, l’istinto. L’istinto ferino del predatore, l’istinto del sangue.
Una volta era stato un uomo, aveva avuto dei pensieri e dei sentimenti, aveva amato ed aveva pianto. Aveva sperato ed aveva creduto, si era illuso, arrabbiato, stancato. Adesso tutto questo non sapeva nemmeno potesse esistere, tutto ciò che era stato prima o che sarebbe potuto diventare non esisteva. Esisteva lui ed esistevano le sue prede, Esistevano la carne ed il sangue. E gli piacevano. Il piacere era rimasto, un piacere distorto, aberrante, ma pur sempre piacere. Non poteva sentire stanchezza, non poteva provare rabbia, non credeva in niente e per niente si illudeva; i suoi occhi maligni erano privi di lacrime, il suo cuore non batteva piú. Il piacere della carne lo trascinava avanti, lo guidava verso altri disgraziati. Chi non veniva divorato diventava come lui. L’ombra che lo animava andava ad “accarezzare” i sopravvissuti. L’oblio eterno, senza ritorno.
La luna rossa illuminava le strette stradine tra i palazzi, gli schizzi di sangue sui muri e sui marciapiedi, le zanne e gli artigli, i corpi dilaniati e le viscere strappate. I vivi e i morti.
Incredibilmente niente sembrava fuori posto, tutto sembrava come doveva essere, come era sempre stato.
L’ha ribloggato su Discussioni concentrichee ha commentato:
L’oscurità pervade ogni cosa, l’ombra corrompe gli esseri umani.
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Però….sei proprio bravo negli horror!!!! 😉
Date: Tue, 11 Nov 2014 12:55:44 +0000
To: silvia-1959@live.it
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Troppo gentile 🙂
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E’ palesar pigrizia se ti chiedo di illuminarmi su questo progetto?
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Assolutamente no, illuminare l’oscurità alle volte è dovuto.
Stiamo costruendo una storia orrorifica ambientata nella Manduria, già famosa per il vino primitivo, dei giorni nostri.
Ogni ombra, ogni vicolo cieco, ogni lampione che si spegne, nella Manduria di cui stiamo scrivendo non è semplicemente un’ombra o un disservizio del comune. È qualcosa di piú. Qualcosa di tetro ed impenetrabile, qualcosa che può portare alla distruzione di chi vuole indagare il mistero. E poi, eliminato ogni ostacolo, alla distruzione di tutto il resto.
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C’è un dottore, giusto?
Ma chi sta scrivendo? Tu? Sei tu l’autore di questa storia?
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La storia sta venendo costruita da piú persone, se vuoi puoi considerarmi l’ispiratore e supervisore del progetto (io mi considero un’entità divina). La stesura della storia sul blog avviene per mano mia e di Giulio.
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è bella questa cosa, davvero!
provo a tuffarmi nell’oscurità, spero non faccia troppa paura..
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Deve fare paura. La paura nobilita tutti gli altri sentimenti.
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a me la paura mi fa solo cagare addosso..scusa eh…
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Anche quella viene nobilitata!
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Evviva…!
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Ovviamente parliamo della paura dell’ignoto, l’ancestrale paura del buio e della profondità.
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ok, mi ci devo buttare!
Ti farò sapere…spero di trovare l’inizio!
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Il blog è ancora giovane, l’inizio è vicino, tuffati nell’ombra, immergiti nell’orrore!
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Vado…se non torno cercami!
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Non ti preoccupare, qui saprò sempre dove sei, queste tenebre le gestisco io 😉
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In realtà Ysingrinus è solo un mezzo: nemmeno lui lo sa, ma fa parte di un ingranaggio ben più vasto, del quale è una rondella come le altre. Gli va dato atto che l’ambientazione l’ha creata lui, così come quello stregone che stoltamente evoca un demone superiore pensando che basti un pentacolo a trattenerlo, e si accorge di non averne più il controllo solo quando si rende conto che quell’urlo di dolore straziante che sta sentendo, proviene dalla sua gola.
Buona lettura!
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Siamo tutti ingranaggi di qualcosa di piú vasto di noi. Siamo ingranaggi di noi stessi e noi stessi siamo piú di noi.
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La sola consapevolezza di esserlo, non ti rende più oliato 😀
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Questo è vero.
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Ben carburati a Primitivo, si è capaci di qualsiasi cosa 😉
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Anche delle piú impensabili 😉
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